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Corpoluce

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Performance ideata da Fabrizio Crisafulli e Alessandra Cristiani .
 

Regia e luce: Fabrizio Crisafulli
Danza: Alessandra Cristiani
Suono: Ivan Macera (progetto sonoro in collaborazione con Francesco Diodati e Stefano Calderano)
Assistente alla regia: Chiara Era

Nelle loro collisioni ognuno dei (tre) regni precipita nell’altro con esiti improvvisi che si succedono incessantemente. L’incontro moltiplica le relazioni tra spessore e superficie, apparizione e scomparsa, opacità e trasparenza, confine e libertà. Negli innumerevoli intrecci (sonori) tra corpo e luce, la luce tende a farsi corpo e il corpo luce.

Lo spazio buio, attraversato da sottili linee di luce, è il foglio della scrittura del corpo e della luce.La luce è elemento ordinatore e scatenante. I movimenti di Alessandra Cristiani, contenuti o veloci, a volte impetuosi, quasi furenti, sempre consapevoli della luce, creano con quest’ultima luoghi inaspettati: squarci, labirinti, aperture, visioni. In queste terre diafane e materiche emergono suoni, come voci spiate dell’anatomia di un interno, nell’eco delle sue giunture, nell’annuncio minimo e nel rilancio epico dei suoi segni per sedurre ancora ciò che non vediamo e ciò che non sentiamo.

Il primo step di Corpoluce (Fabrizio Crisafulli: regia e luce; Alessandra Cristiani: danza), si è sviluppato all’interno di RAW (Rome Art Week) 2018 nello Studio d’arte Pisani di Sara Bernabucci, in collaborazione col Jade Project di Filippo Salviati.

Il suono durante la performance live era prodotto da una scultura cinetica ideata e realizzata da Ivan Macera e Francesco Diodati, utilizzando dischi di giada millenari.

Il video registrato da Arianna Rossini in quella occasione è stato lo spunto per il secondo step: la sonorizzazione live delle immagini da parte di Ivan Macera, Francesco Diodati e Stefano Calderano, in occasione del finissage della mostra.

Il terzo step si è sviluppato durante una residenza a Narni, dove Corpoluce è diventato un vero e proprio spettacolo.

Il progetto sonoro è stato portato avanti da Ivan Macera, prendendo spunto e suggestione sia dagli spazi che ospitavano la residenza, che registrando e rielaborando i suoni del corpo di Alessandra: ossa, flusso sanguigno, respiro, stomaco.

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